INTENSITA’

Il riflesso del suo volto marchiato dai segni del tempo non le dava scampo: quella finestra era più sincera di ogni parola.
Eppure voleva guardare oltre al vetro.
Perché non pensava di essere come tutte quelle persone corrucciate dallo scorrere della vita. Non serviva.
E stava. Con le dita sulla tastiera.
Digitando parole piene di nuvole per chi le avrebbe lette. Mentre le rane gracidavano nel fosso sotto casa.

Una foto sul mobile accanto alla scrivania la distrasse. Era in bianco e nero. Un prato immenso sulle montagne della Val d’Aosta, abbracciata alla sua nonna. Due donne forti qualche decina di anni prima. Tempi diversi. Senza affanno o paure. Con la vita da scoprire e tutto da poter inventare.
Sorrise.
Perché tutto era ancora così.
E lo sarebbe stato per sempre.

Un rumoreggiare di ruote di macchinine improvviso nel corridoio.
Si scosse.
E improvvisamente una testa fece capolino nella sua stanza silenziosa.
“Nonnaaaa vieni a fare merenda con noi??”
“Arrivo tesoro, finisco la frase e ci sono”
“Sempre che scrivi nonna…” la piccola mano sul mio avambraccio, “Anche noi siamo bravi come il nonno vero? Ti lasciano scrivere le tue storie senza disturbare…”
Innocenza. Pura. Sincera.
“Sì, sì, siete bravissimi!” Gli carezzò la testa. “Ma ora via con la merenda: pane e nutella o i biscottini al cioccolato?” domanda inutile, alla fine tanto li avrebbero mangiati entrambi.
E anche quello era gioia.

Sorrise serena. Per tutto quel che era, era stata e sarebbe ancora diventata.
Stava in tutto.
La parola fine avrebbe interrotto la pienezza della sua vita.
Solo la natura quando fosse arrivato il tempo giusto.

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