solitudine e dolore

Solitudine, inevitabile dolore

Roberta era nell’altra stanza.

Confusa.

In un corpo non suo.

Sola.

Perché era necessario di sentisse così. Doveva ritornare su di sé. Prendere consapevolezza di chi realmente fosse. Dentro, oltre a ogni sviante apparenza. Roberta era Roberta. Al di là di quelle bellissime lentiggini. Del suo sorriso genuino o del suo sguardo che cercava la sfida. Roberta era molto di più questo. Ma non se ne rendeva conto.

Lui sapeva quanto fosse fantastica. Quanto la sua anima potesse essere potente. Lui sapeva. Lui aveva già visto.

E non poteva essere buono o comprensivo per farla svegliare. Non sarebbe servito. La condiscendenza non avrebbe portato da nessuna parte.

Emanuele non era certo che la strategia che stava adottando avrebbe portato il risultato atteso. Ma aveva deciso di mettersi in gioco. Con tutto quello che poteva.

Scosse la testa sfogliando distrattamente un libro nella biblioteca della casa.

Sarebbe stato doloroso.

Per lui per primo. Perché era buio assoluto sugli strascichi che il suo comportamento si sarebbe portato dietro. E questo lo lacerava. Perché non voleva perderla.

Ma era necessario in quel viaggio.

Forse a tempo debito Roberta avrebbe capito.

Ma solo se effettivamente fosse riuscita a prendere consapevolezza di sé.

Chiuse gli occhi stanchi e si massaggiò le palpebre.

Era ora di riposare.

Il giorno successivo sarebbe stato risolutivo.

 

XI - La Forza

Inizio creativo, nuova energia.

La Forza è quella che apre la strada alle energie inconsce. […] Il messaggio de La Forza è chiarissimo: il lavoro della coscienza passa innanzitutto attraverso il rapporto con le forse istintive.

Alejandro Jodorowsky

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