Vuoi essere rivoluzionario? Sii gentile.

La gentilezza è una parola di origine latina, per la precisione deriva da gentilis, che significa appartenere alla gens, ossia alla stirpe, alla famiglia, quindi sostanzialmente essere gentile riferisce al trattare le persone come se fossero di famiglia.

Ne abbiamo parlato lunedì scorso al nostro appuntamento settimanale Counseling 4 You su ClubHouse.

Si tratta di un atteggiamento che va oltre la pura educazione e ci spinge ad un senso di apertura e accoglienza.

Riflettendoci su, rimanda al concetto di cura e di appartenenza, promuovendo azioni in due direzioni diverse: una verso l’interno, ossia diretta a noi stessi, l’altra verso il mondo esterno, ossia gli altri, l’ambiente che ci circonda.

Nella nostra società, soprattutto se ci riferiamo al contesto lavorativo, non è sempre immediato trovarla, anzi spesso viene vista come contrapposta alla competizione, atteggiamento ritenuto indispensabile per il successo.

E abitualmente più un ambiente è competitivo, maggiore è la tendenza ad escluderla dai nostri modi di fare. Come se questo fosse una necessità per riuscire o talvolta per sopravvivere laddove anche nostro malgrado le modalità comunicative sono sferzanti e aggressive.

Quindi la domanda che sorge spontanea è: può la gentilezza convivere con la competizione?

Personalmente credo di sì, l’ho visto con i miei occhi. Credo che possa esistere un compromesso, si può essere ambiziosi non dimenticando quelle parti di noi che sono più ‘umane’. Significa promuovere un ambiente più sano in cui vivere e continuare a crescere. Non sempre è semplice, anche perché potrebbe essere vista come debolezza, ma in fondo non lo è.

Quale gesto più forte e inaspettato dell’essere gentili quando il contesto è particolarmente difficile? Certo se si è gli unici a crederlo lo è particolarmente, ma potrebbe risultare il seme che di insinua nella fessura e crea la crepa. Può diventare una strategia diversa a cui fare appello per modificare lo status quo. Potrebbe essere rivoluzionaria.

Se diventa un meccanismo di inclusione e non solo di sostentamento del singolo, rafforza anche il concetto della squadra. E allora il successo si trasforma passando dal semplice ‘io’ al più grande ‘noi’. Quanto può essere bello un contesto del genere?

Provate a sperimentarlo, fa ottenere maggiore attenzione, ravviva le relazioni e fa passare meglio le idee. Attenzione però: gentilezza non significa remissività, ma ha in sé il sapore dell’ascolto, dell’accettare il compromesso, del procedere in maniera sterile con le proprie idee.

Gentili si nasce o si diventa?

Si tratta di certo di una predisposizione di animo e l’ambiente in cui siamo cresciuti ha fatto la sua parte per renderci ciò che siamo. Ma la gentilezza può di certo essere coltivata e sviluppata. Come? Be’, sapendo ascoltare il nostro interlocutore (attenzione la parola ascoltare non è scelta a caso!), proponendo opzioni di soluzione quando il contesto lo permette e anzi capiamo che potremmo essere d’aiuto, essendo tempestivi e non procrastinando nelle risposte, sviluppando i contatti con le persone evitando di farlo però solo quando c’è un interesse, rispettando gli impegni presi come segno di rispetto e importanza che diamo all’altro.

Ma la gentilezza riguarda solo il modo che usiamo per relazionarci con gli altri?

Per nulla! Perché le prime persone con cui dobbiamo essere gentili siamo proprio noi stessi. Ed essere gentili significa prenderci cura di noi.

Quindi quanto scritto sopra può essere traslato, spostando il faro della riflessione. Allora le strategie da attuare sono l’ascoltarci, in quelle che sono le nostre necessità, cercare soluzioni per poter star meglio laddove non accade, capendo anche dove perseverare e dove invece mollare il colpo, non trascurare gli impegni che prendiamo con noi stessi.

Ricordiamoci che non siamo la persona meno importante di tutte!

L’appuntamento con un nuovo topic è domani sera alle 21.30 su ClubHouse nel Club Counseling 4 You con la partecipazione di Eleonora Greco.

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Mara W. Cassardo - Counselor

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mwc@maracassardo.it

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